Madonna dei Monti: magica collina, “terrazza” sul Monferrato
Cascina rosa b&b si trova nel comune di Grazzano Badoglio sul colle della Madonna dei Monti, alto circa 400 metri e punto panoramico di eccellenza del Monferrato: ci troviamo al confine con Ottiglio, passando dalla provincia di Asti a quella di Alessandria.
Ai nostri ospiti che amano camminare consigliamo sempre di passeggiare sulla strada che porta alla chiesa della Madonna dei Monti, XI-XII secolo, seguendo la strada principale e facendo tappa nel piazzale panoramico.
Qui si può respirare aria buona, godere della vista sulle colline circostanti e sul profilo delle montagne in lontananza immergendosi nella memoria storica che la collina ancora mantiene e testimonia delle lotte partigiane ( cippo banda Lenti e banda Tom ).
Oppure si può deviare nei sentieri che portano nei boschi, alla ricerca di una “segreta” fonte d’acqua sorgiva nel silenzio disturbato solo dal canto degli uccelli e del fruscio del vento, fino al colle del telegrafo e trovare ciò che resta del telegrafo ottico di epoca napoleonica, inventato dall’ingegnere Claude Chappe, per trasmettere notizie da tutta Europa fino a Parigi.
Grazzano Badoglio: profumi, fiori e leggenda
Cascina rosa b&b si trova a circa 2 chilometri dal centro storico di Grazzano Badoglio che noi preferiamo ricordare con il suo nome precedente, Grazzano Monferrato.
Ci piace raccontare brevemente il suo profilo con alcune notizie dal tratto leggendario e forse fantasioso, ma affascinante.
Grazzano è di origini romane, come testimonia la lapide ( conservata nella chiesa parrocchiale ) del II secolo d.C. che riporta le disposizioni testamentarie del profumiere Titus Vettius Hermes, liberto di Tito, il quale legava il reddito di certi suoi possedimenti nell’antica Grazzano allo spargimento di petali di rosa “ogni anno e per sempre” sulla sua tomba nel giorno del compleanno.
Nel Medioevo Grazzano diventa importante con la donazione del marchese Aleramo nel 961 di ingenti beni all’abbazia da lui stesso fondata pochi anni prima e affidata alle cure dei Benedettini.
Il chiostro è ora in parte ristrutturato e visitabile.
Alla sua morte Aleramo fu sepolto secondo tradizione nell’abbazia di Grazzano Badoglio.
A questo periodo risale la leggenda epica e poetica di Aleramo, che ci piace raccontare immaginando l’atmosfera di quei tempi, perdendo lo sguardo tra queste colline così ricche di storia e memoria.
Aleramo, di origini nord europee, nacque nel 904, crebbe forte e vigoroso e si arruolò a fianco dell’imperatore Ottone I°. Adelasia o Alasia, figlia dell’Imperatore, «la più vaga damigella che si trovasse al mondo» e il giovane Aleramo si innamorarono perdutamente nonostante il loro amore fosse osteggiato dal padre e pertanto decisero di fuggire insieme, cavalcando un cavallo bianco e uno rosso. Si rifugiarono ad Albenga dove Aleramo si adattò alla professione di carbonaio e Alasia di ricamatrice per molti anni. Ma Aleramo, mal sopportando l’attività di mercante, riprese le armi a fianco di suo figlio ed insieme combatterono in incognito e con gran valore per l’Imperatore il quale, venuto a conoscenza dell’identità di Aleramo, lo perdonò e lo nominò Marchese e signore di tante terre quante sarebbe riuscito a circoscrivere cavalcando per tre giorni e tre notti. Era l’anno 967 e il cavaliere, prima della cavalcata, secondo la leggenda, avrebbe ferrato il proprio cavallo con un mattone (mùn in dialetto). Per questo, secondo la leggenda, il territorio tra il Po e le Langhe venne chiamato Monferrato vale a dire “mùn frà” (ferrato con un mattone).
Resta un mistero dove sia finita la prodigiosa spada posta sulla sua tomba nell’Abbazia (che compare nello stemma aleramico e anche sull’emblema civico del Comune di Grazzano Badoglio), trafugata nei secoli successivi.